I lavoratori “appaltati” e lo sciopero
Un approfondimento sulle cooperative e sull’arma dello sciopero
Le lavoratrici delle pulizie vogliono semplicemente smettere di essere l’ultimo anello della catena di un sistema sanitario sempre più aziendalizzato, in cui i ritmi di lavoro sono massacranti, e le varie figure (Oss, infermieri, medici, pazienti) sono costretti ad una produttività tutta a beneficio dei grandi manager e delle Aziende che guadagnano dagli appalti.
Queste sono le parole d’ordine della rivolta delle donne addette alle pulizie degli ospedali di Pisa, di Torino, di Brescia. La stragrande maggioranza dei lavoratori addetti alle pulizie è rappresentata da donne le cui condizioni di lavoro hanno raggiunto livelli da schiavitù insostenibili. L’aumento incessante di produttività e la logica del risparmio assoluto sui materiali e sugli strumenti di lavoro, adottati come must aziendale sia nel pubblico che nel privato, le pone in gravi condizione di rischio per infezioni, stress e malattie professionali. Scontano il rischio della perdita del lavoro ad ogni cambio di appalto e i salari da fame non garantiscono nessuna indipendenza economica tale da potere sopravvivere in autonomia. Per loro si concretizza la schiavitù salariata imposta dal capitalismo.
Quale arma possono usare i lavoratori? Lo sciopero. Consapevoli che la teoria è nulla senza la prassi e la prassi nulla senza la teoria, proponiamo due articoli di approfondimento.