Dati Istat da brividi: 8 milioni di italiane subiscono violenze, 1 su 5 viene abusata
da Globalist
I numeri dell’Istat raccolti negli ultimi mesi mettono i brividi. E provano che l’attenzione riposta dai media nei confronti della violenza di genere è necessaria. Ma non basta. Bisogna educare al rispetto già da bambini. Il documento al centro di una giornata di approfondimento, al convegno scientifico La violenza sulle donne: i dati e gli strumenti per la valutazione della violenza di genere, parla di un fenomeno “ampio, diffuso, e polimorfo che incide gravemente sulla loro quotidianità”.
Atti sessuali degradanti e umilianti, rapporti non desiderati e subiti come violenza, abusi o molestie fisiche sessuali gravi come stupri o tentati stupri: il 21% delle donne, oltre 4,5 milioni, li ha subiti nel corso della propria vita, un milione e 157 mila nelle sue forme piu’ gravi, lo stupro (653mila) e tentato stupro (746mila). E ancora: il 20,2% delle donne tra i 16 e i 70 anni, 4,3 milioni, è stata vittima di violenza fisica, minacce, schiaffi, pugni, calci. Un crescendo che in una minoranza dei casi, l’1,5%, ha portato a danni seri e permanenti, per strangolamento, ustione, soffocamento. E il 40,4% delle donne, oltre 8,3 milioni di donne, è stata vittima di violenza psicologica.Non solo affermazione della forza fisica, ma anche svalutazione e sottomissione. Se il 31,5% delle donne ha subito nella propria vita una forma di violenza fisica o sessuale, il 13,6% da parte del partner o dell’ex, l'”asimmetria di potere” può sfociare anche in gravi forme di svalorizzazione, limitazione, controllo fisico, psicologico ed economico. Il 40,4% delle donne, oltre 8,3 milioni di donne, è stata vittima di violenza psicologica. La ‘violenza economica’ all’interno della coppia tocca il 4,6% delle donne.
Tutto inizia già in tenera età. Si è notato che già dalle elementari i bambini assumono atteggiamenti di sopraffazione nei confronti delle bambini. Simili comportamenti scaturiscono perché visti in ambiente domestico o in tv. Si “gioca a fare i grandi” e se i grandi che ci circondano si dividono i oppressori e oppressi questo è il risultato. Per questo bisogna partire dalle scuole. Solo a scuola si può curare questa percezione distorta della società e insegnare il rispetto di tutti e ancora di più tra i sessi.